Erminia e Giuseppe dicono:

"TORNATI!!!"

mercoledì 27 gennaio 2010

Erasmus Reality

Oggi pubblichiamo davvero una chicca.
Quello che andrete a leggere non è farina del nostro sacco ma bensì di un inviato speciale, che qui pubblicamente ringraziamo: un Erasmus che, come noi, ha scelto Barcellona per fare questa indimenticabile esperienza.
Con questo post vogliamo inagurare un nuovo spazio dedicato alle esperienze altrui, agli Erasmus di altri ragazzi che come noi stanno realizzando un sogno...

Di seguito andrete a leggere i suoi primi -fantastici- 5 mesi.
Non vi dico altro; l'avventura sta per incominciare, siete pronti?
Noi si!


Mi trovo a ripercorrere i miei primi 5 mesi di erasmus per voi, carissimi amici che affronterete questa esperienza unica. Neanche vi conosco, ma facciamo finta che siamo amici di vecchia data, in puro stile erasmus.
Ritorniamo indietro a sabato 5 settembre, giorno del primo volo Roma-Girona Costa Brava a soli 1€. Arrivo a Girona alle 11,00 con annessa perdita della valigia in areoporto e dopo un ora di viaggio mi ritrovo nella splendida noche di Barcelona, solo, zoppo (infortunio 15 gg prima di partire), con 2 valige pesantissime, e 2km in salita da fare per raggiungere l'hostel Graffiti. Arrivo all'ostello alle 2 dopo essermi perso un triglione di volte, ma ho iniziato ad intravedere le prime bellezze della città: Arc de Triomph, Plaza Monumental, Torre Agbar. Nell'ostello ha luogo la mia prima conversazione in castigliano: “hola! he reservado por tres noches, soy de Italia y no ablo mucho español, estoy aquì por erasmus”.
Il giorno successivo mi sveglio di buon ora, doccia e può cominciare la mia visita turistica della città dato che è domenica e non posso fare granchè. Dal lunedì si comincia sul serio a trovare casa e a sbrigare le faccende burocratiche in università. Inizia la cosidetta Orientation Week dove puoi vedere tuta gente spaesata e in cerca di amici, proprio come te.
Non me ne accorgo neanche, ma i miei 3 pernottamenti prenotati sono già finiti e ancora sono senza casa; quindi chiedo se gentilmente mi offrono un altra notte, ma niente da fare, l'ostello è pieno, e così faccio di tutto per trovare un piso in giornata: ne avevo visto uno bellissimo ieri, quindi chiamo per dargli la conferma, ma la "habitacciòn ya esta alquilada". E allora non posso far altro che andare nella fatiscente stanza del piso offertomi dall'università a Vilanova i la Geltrù. Vado lì ancora con la zoppia e le valige, e fortunatamente i ragazzi mi ospitano per qualche giorno, ma la stanza è così piccola che quando mi "levanto" dal letto sono già fuori dalla stanza. Non posso rimanere lì, e quindi mi do da fare per cercare un altro "piso". Finalmente lo trovo a 100m dalla Sagrada Familia, e chi siamo? Un tedesco, due colombiane, e ovviamente un italiano (anzi un barese). L'avventura inizia ufficialmente.
Christoph, il tedesco, mi invita a una festa in disco già la prima sera e io non posso rifiutare. Fiumi di sangria innaffiano la mia prima "salida" in una festa erasmus: conosco un sacco di gente, tutti erasmus, e nessuno dico nessun catalano o spagnolo che dir si voglia. Ritorno a casa alle 7 del mattino "borracho". Volete che vi racconti gli altri giorni? Bhe per un mese circa è andata avanti così: tutti i giorni una festa e tutti i giorni incontri gente diversa che già ha il programma per "el dia despues". Poi la situazione è andata a regime e le feste si sono calmate un po', ma mica tanto... Basta che qualcuno alza un la voce e dice: “so di una festa” e gli altri in coro “VAMOS!!”. E se qualcuno si azzarda a dire “estoy cansado” la risposta è “por erasmus no existe cansado, solo borracho”.
Non potete neanche immaginare quanta gente ho conosciuto in meno di un mese: tedeschi, svedesi, finlandesi, belga, portoghesi, brasiliani, messicani, polacchi, olandesi, russi, turchi, argentini, rumeni, pakistani....ma di catalani nemmeno l'ombra. Bhe diciamo gli indigeni sono un po' chiusi, e tendono a non relazionarsi con lo straniero, inoltre hanno una lingua tutta loro. Per fortuna di stranieri ce ne sono molti, e possono benissimo fare a meno degli indigeni.
A ottobre il mio primo viaggio in Spagna: Zaragoza. Ci andiamo con un pullman di erasmus in occasione della festa del Pilar; lì gli indigeni sono piuttosto vivaci e diciamo che tendono a consumare quantità indefinite di liquido alcolico, e noi non possiamo fare altro che adattarci.
Nelle settimane si susseguiranno viaggi a Tarragona, Madrid, e in giro per la Catalunya. Ovviamente nell'intermezzo c'è anche l'università con le sue lezioni in uno splendido catalano. Diciamo che io posso ritenermi fortunato dato che ho solo una lezione di laboratorio nell'incomprensibile catalano, ma altra gente, "que no entiende tampoco español", ha interi corsi in catalano: that suck!!! Ma alla fine l'attività universitaria in erasmus, è relativa.
Ancora è sempre fiesta fino Natale quando farò una breve sosta in Italia per incontrare la mia famiglia. Ritornerò per la noche vieja passata a casa di amici, e forse è stata l'unica sera che nessuno si è azzardato a dire “andiamo in disco”, dato i costi esorbitanti per l'ingresso.
Bhe siamo arrivati a gennaio, diciamo un mese un po' triste, vuoi per gli esami, vuoi anche per il fatto che molta gente sta andando via, e sai che forse non la rincontrerai mai più, ma ci hai passato dei momenti indimenticabili con lui/lei. Bhe vabbè cerchiamo di vedere il lato positivo: ora sta arrivando nuova gente, ed è come se tutto ripartisse da capo.
Non mi resta che augurarvi un Buon Erasmus a tutti voi che state con l'ansia di partire adesso...vorrei stare nel vostro stato...mille interrogativi, mille pensieri, mille preoccupazioni per un'esperienza che vi segnerà per il resto della vostra vita.

Savino

3 commenti:

  1. MERAVIGLIOSO! Vi auguro di vivere al meglio questa esperienza! :) (ma prima vi riempirò di domande!)

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  2. Fantastico vero?;)
    io appena l'ho letto ho avuto una paralisi facciale per giorni!sorridevo, così, per un non nulla...:D

    Siamo a tua piena disposizione luigi, aspettiamo dubbi e domande !

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  3. Bravo Savino! Mi hai fatto "vivere" le emozioni dell' erasmus, anche a me che non parto!!

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